Per arresto cardiaco si intende l’assenza di battito o di funzionalità cardiaca, che causa il mancato afflusso di sangue ai tessuti e, ad esempio, la conseguente ipossia, estremamente dannosa se prolungata nel tempo e in modo particolare se a carico dell’encefalo.
Tale fenomeno è dovuto principalmente a malfunzionamenti cardiaci di origine elettrica, mentre meno frequenti sono quelli di origine meccanica; in entrambi i casi, è necessario intervenire con prontezza sul paziente, così da evitare danni irreversibili.

Tra gli operazioni maggiormente risolutive in caso di arresto cardiaco per problematiche nell’impulso elettrico si annovera l’utilizzo del defibrillatore: questo fondamentale dispositivo sanitario permette al medico di applicare al paziente una scarica di corrente elettrica che permette di scongiurare la morte a causa, appunto, di arresto cardiaco o di fibrillazione ventricolare.

Quest’ultima patologia consiste in un battito scostante e contrazioni non coordinate causate da un’aritmia cardiaca a carico dei ventricoli, nella maggioranza dei casi dovuta ad infarto miocardico. L’arresto cardiaco improvviso è una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati.

L’infarto è un danno permanente a un tessuto causato da un’ischemia (insufficiente apporto di sangue) prolungata: l’area colpita si necrotizza e non potrà più recuperare le proprie funzioni. E’ usuale associare la parola infarto a quello del miocardio, il più comune, che viene provocato dall’occlusione di un’arteria coronaria e dalla conseguente ipossia che colpisce la regione irrorata dal vaso ostruito. L’esame clinico più frequente per tenere sotto controllo l’attività cardiaca e valutare l’estensione dell’infarto è l’ECG (Elettro Cardio Gramma).

La causa più comune dell’infarto è l’aterosclerosi, ossia l’infiammazione dei vasi arteriosi di maggior calibro cui segue la formazione di una placca aterosclerotica, con conseguente stenosi o trombosi. Tra i maggiori fattori di rischio si annoverano il diabete mellito, lo stress e il fumo. L’infarto del miocardio può essere silente, ossia manifestarsi senza particolari sintomi macroscopici, oppure improvviso ed estremamente devastante, causando la morte cardiaca improvvisa.