Un vecchio spot diceva che prevenire è meglio che curare. Sembra essere lo slogan anche di Gabriele Asunis, Campione Italiano di pattinaggio artistico, in materia di cardioprotezione. Tesserato per l’ASD Atlas Skating Club di Serdiana, il campione tricolore si occupa anche di far da istruttore ai bambini, ma evidenzia che “anche se non sono mai capitati episodi in cui ci si è dovuti affidare ai defibrillatori, è sempre meglio sapere che questi macchinari li abbiamo a disposizione”.
Secondo la tua esperienza, esiste un rapporto stretto fra sport, salute e prevenzione?
“Sport, salute e prevenzione: è chiaro che tutto viaggia di pari passo, oserei dire a braccetto. Il CONI, sia quello regionale che nazionale, si è sempre posto su questa linea e noi – sia come sportivi ma anche e soprattutto come bravi educatori – riteniamo giusto seguire questi feed e queste norme”.
Quanti anni possiedono i bimbi che voi seguite nel pattinaggio artistico?
“Abbiamo bimbi dai 3 anni in su, ma credo non sia un problema di età, quanto di cultura. E’ fondamentale far capire che una parte importante sulla cardioprotezione la fa l’educazione. Ritengo che debba essere naturale per chi ha a che fare coi bimbi. Per il sottoscritto la prevenzione parte fin dal riscaldamento in palestra, fino alla fine dell’allenamento con lo stretching, senza trascurare il momento del massimo sforzo al centro della lezione”.
Quanto è importante nel vostro sport la cardioprotezione?
“Generalmente non sono ancora successi casi particolari per dover utilizzare il defibrillatore, non è essenziale. Ma dal momento che il pattinaggio artistico è anche uno spettacolo, ed esiste un pubblico con cui ci si rapporta, l’importante è proteggere la salute di tutti, dagli atleti a quella anche di chi ci guarda. Insomma, un arresto cardiaco può capitare, e non si può mai dire mai”.
Insomma, si sposa bene con l’attività sportiva…
“Si sposa bene in senso generale, perché se è vero che in alcuni ambiti possedere un defibrillatore non è obbligatorio, dà un senso di sicurezza in più. Vorrei specificare che oltre al defibrillatore sarebbe giusto che istruttori o i membri del direttivo possano effettuare un’attività di studio sulla cardioprotezione e sull’utilizzo del defibrillatore. Personalmente ho fatto dei corsi BLSD ma ho scoperto che il CONI oltre l’obbligo di avere in ogni sede un defibrillatore, si sta muovendo affinchè sia opportuno non solo un certificato BLSD ma anche sportivo per la cardioprotezione e la traumatologia”.
Come ha conosciuto Simona Buono?
“Posso parlare a nome dell’Associazione, avendo avuto un’ottima impressio. Ci è stata suggerita come persona di punta dalla Donne Distribuiscono Defibrillatori, e poi fortemente consigliata dal presidente Regionale di Pattinaggio Mario Argiolas, e in seguito sempre tramite il CONI: abbiamo avuto l’impressione di una persona squisita, gentile, comunque molto legata al fattore della cardioprotezione. Una ragazza molto presente e appassionata, e che si pone in tal modo, ha tutti i requisiti di attenzione per la cardioprotezione e sensibilizza chi la ascolta su questo argomento molto delicato e importante”.