“Essere cardioprotetti è un dovere morale e civico, ma le Istituzioni devono essere vicine a tutte le Società Sportive Dilettantistiche”. E’ un appello quello lanciato dalla titolare dell’ASD DYM di Settimo San Pietro, Diana Marci, che ha scelto di dotare la propria struttura del defibrillatore DAE di Simona Buono.

Perché questo appello?

“Perché troppe volte le Istituzioni sono lontane dalle esigenze di chi affronta situazioni delicate come quelle che viviamo noi ogni giorno. Le ASD, per statuto, sono dilettantistiche e sia come costi che come impegno non potremmo mai essere professionisti. Il Governo non può obbligarci a essere dotati di un defibrillatore senza venirci incontro”.

Si spieghi meglio…

“Premetto che l’acquisto di un defibrillatore è fondamentale per chi ha una struttura dedicata allo sport, ma di contro le Istituzioni – consapevolmente – non possono aumentare i costi di iscrizione ai vari tornei e campionati, e dei tesseramenti o affiliazioni. Il rischio è che l’intero mondo sportivo sia troppo costoso per tutti. Basti pensare al semplice certificato medico, minimo 50 euro, senza contare l’iscrizione e in seguito la rata mensile. Ogni famiglia si ritrova un carico economico sulle spalle difficile da sostenere, e a cascata le stesse Società si trovano in difficoltà. L’agevolazione concessa dalla Regione Sardegna è stata fondamentale, io ne ho usufruito subito perché so l’importanza del macchinario. Ma chi non ne ha usufruito, forse perché non lo sapeva, rischia al momento di non poter affrontare il campionato, con il concreto rischio di chiusura soprattutto se svolgono una sola attività”.

Come è nata l’idea della cardioprotezione?

“Abbiamo pensato alla sicurezza degli atleti, a salvare la vita a parecchie persone, di modo che se mai dovessi usarlo, avendo fatto il corso BLSD, so come fare. La palestra è a Settimo San Pietro, ma la scelta di cardioproteggere non è stata legata alla territorialità o in base all’età. Ho sempre avevo l’incubo di qualcuno che può star male, e serve, perché in palestra ci sono sia giovani che vecchi. Io sono istruttrice di Fitness, body building e di mini basket”.

Dunque lei conosce profondamente il mondo dello sport…

“Le racconto un aneddoto: qualche giorno fa un ragazzo di 12 anni è stato male a casa sua. Ha avuto un serio problema di cuore ed è un cestista che frequenta la mia palestra. Ho pensato che se fosse successo da me mi sarei spaventata, poteva finire in tragedia se fosse accaduto quando io non avevo ancora il defibrillatore. E’ una questione di attimi, eppure parliamo di un ragazzino che gioca a basket. Nessuno può sentirsi escluso”.

Come ha conosciuto Simona Buono?

“L’ho conosciuta il giorno stesso che ho preso il defibrillatore. Mi hanno contattato da Roma per informarmi delle agevolazioni sull’acquisto del macchinario. A quel punto, essendo affiliata MSP, mi sono rivolta al Presidente Borsetti per darci una mano di aiuto e dove poterci indirizzare, e a quel punto ci ha mandato da lei. Simona è stata professionale e gentilissima. Fin dal primo incontro è stata bravissima, spiegandomi per filo e per segno come funziona. Anche se, per la verità, io ho registrato tutto perché avevo paura di dimenticarmi, lei è stata assolutamente impeccabile”.