In Italia l’insegnamento delle Arti Marziali della scuola Yoseikan inizia attraverso alcune persone che, negli anni ’60 e ’70, si recano a Parigi ad imparare il Karate Wado Ryu dal Maestro Hiroo Mochizuki. Quando, alla fine degli anni ‘70, il Maestro decide di abbandonare le altre Arti Marziali per dedicarsi solo allo Yoseikan Budo, per diffonderlo in Italia nascerà l’Accademia Italiana Yoseikan Budo, oggi M.S.P. Italia, settore Yoseikan Budo.
Ad oggi Adriano Amari, 5° Dan, è membro della Consulta Tecnica Nazionale, che rappresenta l’organo tecnico superiore, promuovendo la diffusione dello Yoseikan Budo in Italia. Il Maestro Amari ha deciso di unire – come detto nell’intervista “l’utile all’utile” – cogliendo la palla al balzo e cardioproteggendo la sede esecutiva, l’Accademia di arti marziale DOJO, mentre quella amministrativa si chiama ASD KKIENN BUDO CLUB. Entrambe sono a Palermo, nel cuore del capoluogo siciliano.
Come è nata l’idea di cardioproteggere la struttura?
“Devo essere sincero? Ho unito l’utile all’utile, e non al dilettevole. Il Decreto Balduzzi ha dato una mazzata terribile alle piccole Associazioni Sportive Dilettantitische come la nostra. E quando è stato introdotto l’obbligo di dotarci di un defibrillatore ci siamo sbiancati. Pur sapendo che si tratta di uno strumento importantissimo nel salvataggio delle vite umane, la nostra realtà trovava difficoltà nel poter soddisfare la richiesta e mettersi in regola con le normative”.
A quel punto è entrata in gioco Simona Buono…
“Attraverso la convenzione che abbiamo come MSP Sicilia, abbiamo conosciuto questa ditta, la Distribuzione Defibrillatori, che – anche lei – ha fatto un accordo con l’ente di promozione sportivo siciliana in cui noi ci iscriviamo come prassi. Ci siamo informati su internet, e oltre alle caratteristiche di professionalità e qualità del prodotto, abbiamo notato che Simona rappresentava l’unica azienda che proponeva il defibrillatore a rate. Un’offerta importante per chi, come noi, vive con 50 iscritti suddivisi in due o tre discipline di arti marziali. Abbiamo accettato di pagarlo a rate, e così ci siamo ritrovati ad essere cardioprotetti, dar un servizio di qualità in più, ma anche rispondere agli obblighi di legge e – ultimo ma non per importanza – fare in modo che le finanze dell’Associazione fossero il meno colpite”.
Ma con la Consulenza di Simona come vi siete trovati?
L’attività riprende a pieno regime a fine mese, ma Simona fin dall’inizio è tata gentile, professionale e molto precisa. Ogni tipo di curiosità ci è stata spiegata e non è certo un argomento semplice.
State organizzando anche per i corsi BLSD, giusto?
“Io l’ho già fatto, e presto lo faranno anche gli allievi perché un defibrillatore serve saperlo utilizzare. Sebbene in oltre 50 anni di attività sportiva a me non sia mai capitato non è detto che tutto resti nella norma. E’ logico però che bisogna sapere altre cose: ad esempio, possiamo intervenire col macchinario se la persona si affloscia davanti a noi. Altrimenti la persona non si può toccare e siamo obbligati a chiamare il 118”.
Fare il corso aiuta però ad essere operativi e sicuri nell’utilizzo del defibrillatore…
“Prima, se capitava qualcosa in palestra chiamavo il 118, oggi il tuo intervento arriva prima che l’ambulanza debba operare, e questo non può essere lasciato al caso. Logicamente la speranza è che non si abbia mai bisogno di utilizzare un macchinario salvavita, ma amici miei medici del settore mi hanno detto che non basta un corso fatto una volta ogni due anni per essere operatori sicuri. L’esperienza serve moltissimo, ma anche e purtroppo effettuare i corsi e frequentarli con assiduità”.