Sport e salute, un matrimonio inscindibile: è questa la ricetta ideale per una campionessa come Silvia Storari, già sul tetto d’Europa con la nazionale di Beach Tennis e plurimedagliata in tantissimi tornei nazionali e internazionali.
Quanto è importante il connubio tra salute e sport?
“Direi che è fondamentale. Oltre ad essere giocatrice sono anche maestra e insegno a bimbi, e sarebbe alquanto strano se dessi il cattivo esempio. Sarebbe incoerente se non curassi e non insegnassi l’aspetto alimentare. Per me è tutto”.
E’ così difficile farlo recepire ai bambini e ai ragazzi?
“Rispetto a quando eravamo noi più giovani oggi è molto più difficile. C’è ignoranza in materia, non so se perché voluta o per pigrizia. Però molti bimbi e ragazzi proprio non hanno questo modo di pensare. Ritengo che tutto parta dalle scuole: dovrebbero insegnare determinate cose, come mangiare, come usare un defibrillatore, ad esempio. Perché queste mancanze dobbiamo colmarle noi insegnanti nelle 2 o 3 volte a settimana ed è difficile”.
Quale ricetta eventualmente?
“Non esiste una ricetta che vada bene per tutti. Ma io, ad esempio, per la defibrillazione ho dato in mano a professionisti perché lavorando a contatto con i bimbi, che le famiglie ci affidano con molta cura e fidandosi di noi, abbiamo molto a cuore il senso della protezione, della cardioprotezione e del curare bene il proprio corpo”.
Perché ha deciso di avvalersi della consulenza di Simona Buono?
“Quando sono arrivata a Cagliari ho conosciuto Carlo Mascia, il presidente dell’Olimpia Onlus. Lui mi ha parlato di Simona, e quando l’ho conosciuta di persona sono rimasta entusiasta dalla passione nel farsi capire e nel far capire che quando si parla di prevenzione si tratta una cosa molto importante”.
Ha comprato il defibrillatore?
“L’ho comprato e sistemato nella scuola, abbiamo in mente altri progetti ma non li svelo ancora. Se dovessi dare un consiglio direi a tutti quanti di iniziare ad acquistarne uno. E’ un segno di civiltà, di società più vivibile, e credo che possa solo migliorare la qualità della vita di ognuno di noi. Lo consiglierei non solo a scuole o a ristoranti, ma anche a condomini”.